Coaching a distanza: sì, ma…
In questo periodo mi è capitato che diverse persone mi chiedessero se faccio anche schede a distanza, quindi ho pensato di scrivere il mio pensiero a riguardo.
Innanzitutto ci tengo a ringraziare chi mi chiede di essere seguito da me: fa sempre piacere ricevere questi attestati di stima (anche se non sapete a cosa andate incontro).
Cosa rispondo a chi mi chiede di essere seguito a distanza?
Il mio pensiero è semplice: questo lavoro si chiama PERSONAL trainer, quindi ho il compito di creare programmi di allenamento personalizzati, come un abito fatto su misura. E come posso fare una scheda personalizzata ad una persona che non ho mai visto o che ho visto solo in foto?
Questo è il primo aspetto, e il secondo è il seguente: mettiamo il caso che io vi prepari un protocollo di allenamento; chi mi dice che eseguiate gli esercizi correttamente? O con le varianti adatte a voi?
Io sono disposto a fare schede a persone che non riescono, per svariati motivi, a venire ad allenarsi dove lavoro io, ma a queste condizioni:
- Chiedo di fare un colloquio iniziale, in cui mi venga spiegato nei minimi dettagli l’obiettivo, cosa si cerca dalla palestra, che tipologia di allenamento si vuole fare, se ci sono problematiche fisiche, ecc…insomma, un modo per conoscersi, in cui anch’io illustro il mio metodo di lavoro.
- Se l’obiettivo è estetico, sarebbe buona cosa (ma non obbligatoria) eseguire una plicometria per fare un’analisi della composizione corporea, in modo da avere un quadro della situazione iniziale. Così mi risulta più facile fare una scheda PERSONALIZZATA.
- Cosa più importante: chiedo di fare un allenamento insieme per vedere la scheda, provare gli esercizi, essere sicuro che vengano capiti ed eseguiti correttamente e, nel caso di difficoltà, cambiarli o adattarli alle caratteristiche di ognuno.
- Ogni 5-6 settimane ritrovarsi per verificare i progressi, rifare la plicometria per vedere come sono migliorate massa grassa e massa magra, capire com’è andata la scheda, e vedere insieme la scheda nuova, che verrà eseguite per le successive 5-6 settimane.
Non mi sembra di chiedere molto, ma credo che sia l’unico modo per seguire bene qualcuno a distanza. E penso che trovarsi una volta ogni mese/mese e mezzo sia una cosa sostenibile e non troppo impegnativa.
Fare schede “al buio” mi costerebbe meno fatica, ma non è nella mia etica. Ho la fortuna che amo il mio lavoro: quando inizio un percorso con una persona mi prendo a cuore la sua situazione e provo soddisfazione nel vedere il raggiungimento degli obiettivi. Non so se ci riesco, ma voglio almeno provare a fare le cose fatte bene, provando a seguire nel miglior modo possibile chi decide di affidarsi a me.
E ricordate: diffidate da chi vi dà false speranze dedicandovi poco tempo.