Ruolo dell’alimentazione nella gestione del mal di testa
Soffri spesso di mal di testa? Beh la tua cura può essere il cibo!
Dopo aver analizzato l’intervento dell’esercizio fisico e dell’osteopata nella risoluzione/contenimento dei sintomi relativi alle cefalee, vediamo oggi quali possono essere le correlazioni tra mal di testa e alimentazione.
L’emicrania in modo particolare è una patologia multifattoriale, sicuramente la genetica, disturbi cervicali e posturali, emotivi, odontoiatrici ma anche disturbi come quelli del sonno, problematiche a livello ormonale ed abitudini alimentari scorrette, concorrono allo sviluppo dei sintomi che caratterizzano il classico attacco di emicrania.
Per le donne, come se non bastassero quelle descritte, si aggiungono ulteriori cause:
il periodo mestruale (fase del ciclo in cui le crisi si manifestano più spesso), l’assunzione della pillola estro-progestinica, il periodo perimenopausale e lo stress causato dagli uomini, che di certo non è da sottovalutare!
Sono state redatte liste su liste di alimenti da evitare o da usare, per permettere un miglioramento della situazione in essere. Come spesso accade però il problema è che molte di queste liste si basano, il più delle volte, su esperienze personali e soggettive.
La cosa certa è che nell’attacco emicranico si succedono due fasi, una di vasocostrizione intracranica ed una di vasodilatazione extracranica con liberazione di alcune sostanze come la serotonina, l’istamina.
Le persone predisposte devono evitare alimenti contenenti tali sostanze o che inducono la loro liberazione nel circolo sanguigno. Ecco alcuni degli alimenti da monitorare:
- Alcolici e superalcolici che, a causa del contenuto di solfiti e di tiramina, stimola il rilascio di serotonina
- Alimenti contenenti istamina: pomodori, crauti, spinaci, conserve, ketchup, salsa di soia, pesce in scatola o affumicato, crostacei e frutti di mare, fragola, banana, ananas, papaya, agrumi, kiwi, zucca, cioccolata, alcool, aceto, noci.
- Additivi alimentari: nitriti e nitrati che causano vasodilatazione che ritroviamo spesso nei salumi e negli insaccati; glutammati e coloranti in modo particolare il giallo e rosso che ritroviamo in etichetta come E100 E109 ed E120-E129.
- Formaggi stagionati che contengono tiramina, ad esempio: feta, mozzarella, parmigiano
- Cioccolato e Caffeina
- Dolcificanti (in particolare, l’aspartame)
Per quanto riguarda la serotonina, detto anche ormone della felicità, è fondamentale mantenerla in buona concentrazione perchè l’emicrania si può ricondurre anche a bassi livelli di questo ormone all’interno dei tessuti delle cellule.
Attenzione quindi a:
- Assumere una corretta quantità di proteine in quanto la serotonina viene convertita dal triptofano (un amminoacido), che possiamo integrare attraverso la nostra dieta con gli alimenti ricchi di proteine in particolare la carne, fagioli, formaggi, lenticchie e uova.
- Carenze nutritive di vitamina B6, vitamina C, Zinco e Magnesio che sono essenziali anche nel processo di conversione da triptofano a serotonina.
- Infiammazione e disbiosi intestinale. Ebbene si, anche in questo caso il nostro intestino è protagonista in quanto considerate che il 90% della serotonina viene prodotta nel nostro tratto intestinale pertanto, la presenza di un’infiammazione, porta inevitabilmente ad un calo anche della produzione di serotonina.
Come detto, tutti questi meccanismi dipendono molto anche dal livello di sensibilità del singolo soggetto nei confronti dei fattori scatenanti.
Fondamentale è cercare di prestare più attenzione alle scelte alimentari, in modo tale da poter ricondurre un attacco di emicrania ad un alimento/abbinamento specifico.
Dott.ssa Valentina Verzé Biologa Nutrizionista, Specialista in Scienze dell’Alimentazione e Nutrizione umana. Ha conseguito dapprima una Laurea triennale in Scienze della Nutrizione, presso l’Università degli Studi di Urbino è successivamente la Laurea magistrale in Scienze dell’Alimentazione Umana presso l’università degli studi di Firenze.