Più rispetto per i personal trainer

Sono le 23.10, ho appena finito una giornata lavorativa di 12 ore, iniziata alle 8.30 e terminata alle 22.00, e mi ritrovo davanti al pc a pensare su cosa scrivere l’articolo. Sono abbastanza stanco, e mi vengono in mente tutte quelle persone che non considerano il mio un vero e proprio lavoro, e mi chiedono “che altro lavoro fai oltre a questo?” oppure sentenziano frasi del tipo: “beh dai, sarà mica difficile il tuo lavoro!”. A sentirmi parte di una categoria sminuita dal pensiero collettivo ci ho fatto l’abitudine dai tempi di scienze motorie, o scienze delle merendine, in cui si pensa che si possano passare gli esami senza dover aprire un libro. Ormai non me la prendo più, ma se ci rifletto penso che il personal trainer meriti più rispetto. 

Purtroppo questo pensiero collettivo una base ce l’ha, e credo che nasca dalla confusione che c’è nel settore del fitness: questa confusione riguarda le poche tutele legislative che abbiamo, dal momento che non ci sono vincoli per quel che riguarda i titoli di studio, e non c’è l’obbligo della laurea. Se domani chiunque di voi si sveglia e decide di fare il personal trainer può benissimo trovarsi un corso di un paio di weekend che gli rilascia un attestato e può iniziare a praticare. Mi sembra assurdo dal momento che si lavora con la salute delle persone! Che poi l’università di Scienze Motorie dovrebbe migliorare in tante cose è vero, sono il primo ad ammetterlo, ma se si vuole evitare di sminuire tutta la categoria bisognerebbe evitare che chiunque possa prendersi quel titolo. Altro motivo di confusione, e di conseguente poca credibilità da parte della clientela, è la mancanza di una linea comune. Anche all’interno di uno stesso staff ci possono essere idee discordanti, sia per quel che riguarda metodiche di allenamento sia per quel che riguarda la spiegazione degli esercizi. Il problema è che ci sono ancora troppi pochi studi scientifici attendibili in materia, e quelli che sono stati svolti non soddisfano le aspettative di chi vive la sala attrezzi. Riporto un pezzo della mia tesi di laurea (“Ipertrofia muscolare ed allenamento contro resistenza: stato dell’arte”): “…il problema attuale sta nella mancanza di collaborazione tra medici e preparatori. Difficilmente si otterrà un metodo di allenamento universalmente riconosciuto finché gli studi vengono condotti da medici che non sono mai entrati in una palestra di alto livello, sebbene conoscano la fisiologia umana con assoluta chiarezza, e sicuramente meglio di un preparatore, che spesso non ha neanche la laurea in Scienze Motorie. Non si arriverà mai ad una soluzione se questi due mondi non inizieranno un dialogo e una collaborazione..” 

Il problema è che spesso i medici sono i primi a sminuire i preparatori e i personal trainer, tanto che è raro vedere un dottore e un personal trainer potersi rapportare. Spesso i medici consigliano nuoto o l’attività fisica in generale, ma perché non si rapportano direttamente con qualcuno di fiducia che possa aiutare i loro pazienti a stare meglio o a prevenire numerose malattie? È l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) a dire che l’attività fisica è fondamentale per la salute, non me lo sono inventato io.

So anch’io che in questo settore si possono trovare persone in grado di rovinare i clienti invece di aiutarli a star meglio, oppure appassionati di bodybuilding che hanno preso un brevetto e fanno fare squat e panca a qualsiasi cosa respiri, ma il personal trainer, quello che prova a lavorare bene, che ci mette passione non è questo. Il personal trainer che realmente si può definire tale è quello che ha seguito un percorso formativo mirato a specializzarsi in quello che attualmente fa, che la sera torna a casa e rimane anche fino a mezzanotte a preparare schede di allenamento per il giorno dopo, è quello che la sera va a letto e si chiede se il percorso che ha pensato per quella persona può essere il migliore oppure no, è quello che quotidianamente legge articoli, riviste, o libri del settore perché ama il proprio lavoro e non vuole mai sentirsi impreparato, è quello che se serve fa anche da psicologo o motivatore, perché le motivazioni sono fondamentali se si vuole raggiungere un obiettivo (vedi articolo “l’importanza delle motivazioni”), è quello che non lascia niente al caso.

Eh sì cari miei, quando vi trovate in mano una scheda di allenamento, dovete pensare che gli esercizi, l’ordine in cui sono disposti, le serie, le ripetizioni e il tempo di recupero non sono casuali, ma sono frutto dello studio e del lavoro di chi vi segue.

Poi è chiaro, c’è chi lo fa senza un senso logico, ma niente dovrebbe essere lasciato al caso se si vuole seguire il percorso migliore per se stessi. Io dico sempre che l’allenamento deve essere come un abito costruito su misura per voi; e se doveste sposarvi, andreste da un sarto bravo o dal primo che trovate? Ecco, qui non c’è nessun matrimonio, ma si parla della vostra salute e del vostro aspetto fisico. Sì, ho detto salute. Molti di voi, e ne sono certo, associano il personal trainer esclusivamente all’allenamento per uomini supermuscolosi, ma non è così.

Il personal trainer è anche per l’anziano che si ritrova con l’artrosi, il diabete, o problemi di pressione, oppure che è così rigido da non riuscire a fare i normali movimenti della vita quotidiana, è per chi lavora in ufficio tutto il giorno davanti ad un pc e ha un’ernia o lesioni alla cuffia dei rotatori ma vorrebbe fare attività fisica col proprio figlio, per la ragazza che vuole perdere peso perché così non si piace e di conseguenza fatica ad avere relazioni sociali, per il ragazzino che ha problemi posturali e/o  atteggiamenti scoliotici, per lo sportivo che ha terminato la parte di riabilitazione dopo un intervento chirurgico e ora necessita della parte di rinforzo muscolare prima  di tornare in campo a giocare.

Come vedete il personal trainer può migliorare la vita di chiunque ne abbia bisogno, non è solo per chi vuole aumentare di massa muscolare o  che deve perdere 40 Kg. Vorrei che questa professione riuscisse a farsi rispettare di più. Perchè spendere 40 euro per mezz’ora dal fisioterapista vanno bene, e spenderli per passareil doppio del tempo col personal trainer no? Perchè chi investe sulla propria vita dandoci fiducia butta via soldi? Perchè il nostro lavoro viene visto come chi fa il cameriere nel weekend per mantenersi gli studi? (con tutto il rispetto per i camerieri; ho portato questo esempio perché è un mestiere che ho svolto anch’io).

Chi non ci mette passione in questo lavoro, come in tutti i lavori, e fa del male alle persone, non merita la fiducia dei clienti. Ci tengo a sottolineare che con questo articolo non voglio ritenermi superiore a nessuno: ciò che voglio dire è semplicemente che questa professione merita più rispetto, a partire dalla legge, che dovrebbe fare una scrematura, e poi da tutti voi. Toglietevi lo stereotipo del personal trainer che vuole soltanto farvi alzare pesi come se non ci fosse un domani.

Noi non siamo solo questo.

È chiaro che ognuno di noi può piacere oppure no, ma lo capite se una persona ci sta mettendo impegno, passione, formazione e sta cercando il percorso migliore per voi. Quello chiamatelo personal trainer, gli altri no.