IL VOSTRO VENERDÌ – 5

“Il vostro venerdì” di oggi è un venerdì speciale. La storia che state per leggere è una di quelle che ti segna e che ti insegna. 

Oggi intervistiamo Silvia: come vi racconterà lei, Silvia è nata prematura, alla 26ª settimana, con tutte le problematiche che questo comporta. Secondo alcuni dottori non avrebbe mai potuto camminare in maniera autonoma. Molti di noi si sarebbero abbattuti, ma lei no. 

Lei ha una forza di volontà e una determinazione da fare invidia, ha un entusiasmo contagioso. 

Non nego che quando ho avuto il primo colloquio con lei ero un po’ spaventato: si è presentata con una cartella clinica infinita e raccontandomi tutta la sua storia. Ma la sua solarità, la sua energia positiva e la sua voglia di rimettersi in gioco mi hanno colpito da subito, e ora posso dirmi felice di avere accettato questa sfida. 

Anzi, vi dirò di più: devo dire un grazie a Silvia, perchè mi ha insegnato molto su come affrontare le difficoltà della vita. Di sicuro ora ci penso due volte prima di lamentarmi di un raffreddore.

Buona lettura

Ciao Silvia, ci racconti la tua storia e i problemi fisici che hanno accompagnato la tua adolescenza? (Fino a prima di conoscerci)
Ciao Nicola,
La mia storia è un po’ particolare in quanto sono nata prima del tempo, per la precisione alla 26esima settimana, e come dico sempre io: “avevo da fare” mettendo quindi una gran fretta a tutti!!
Questa nascita prematura ha dato dei problemi a livello articolare e muscolare dove tutta la parte sinistra del corpo si è sviluppata meno rispetto alla destra (c’è stato un vero e proprio schiacciamento, una divisione a metà del corpo).
A livello celebrale, fortunatamente, non ci sono state conseguenze.
I risultati a livello motorio si sono manifestati su diversi livelli:
Il piede sinistro equino (significa che appoggiavo solo sulla punta),
Valgismo delle ginocchia, vuol dire ginocchia a x, nonché problemi a livello di schiena, spalla e braccio sinistro.
La cosa immediatamente visibile era l’appoggio parzialmente del piede, per tutto il resto apparivo normalissima.
Tutto ciò ha portato a quelli che, oggi chiamiamo, problemi posturali, e difficoltà nella cosiddetta stazione eretta, per la mancanza di stabilità generale.
Prima che pensiate ad un quadro disfattista, sin dalla tenera età mi sono potuta recare presso il Centro Don Calabria (a Verona) tre volte alla settimana per fare riabilitazione sia in palestra che in piscina: questo ha portato a un grandissimo miglioramento nonostante le aspettative (di alcuni medici, non di tutti) fossero delle più nere, nefaste. (per farvi capire, l’arretratezza mentale di trent’anni fa, secondo uno di questi “medici” ero destinata alla sedie a rotelle, con difficoltà di ogni genere, anche nel parlare e nel vedere).
Posso dire con assoluta fierezza che non è andata così e se lo reincontrassi, sarebbe sufficiente un mio sguardo per farlo vergognare di ciò che ha detto.
Detto ciò, nella vita di tutti i giorni, a livello generale, questa disabilità  ha portato comunque sempre ad un grande impaccio, ad una grande difficoltà nel muoversi, nel camminare,  nel fare i giochi che fanno tutti i bambini,  nel poter fare una gita scolastica “normale”,  e quindi nel poter stare insieme agli altri.
Però questo non mi ha demoralizzata, anzi!!!!! mi ha spinto a dare sempre il meglio di me, a vedere il lato positivo da ogni situazione, a non piangermi addosso e prima nell’adolescenza, poi nel nell’età adulta a cercare possibili soluzioni per stare meglio.
Tutto sommato, essendo nata “storta” avevo trovato il mio equilibrio, le mie compensazioni motorie mi andavano benissimo, poiché sono riuscita a fare tutto: andare a scuola, prendere la patente, trovare un lavoro, fare attività fisica come acquagym e lezioni personalizzate di pilates.
Quindi stavo bene, e tutti i dolori che sentivo per me erano la normalità.
Successivamente, grazie ad un grande lavoro fatto con una psicoterapeuta, nel 2015, arrivo alla decisione di effettuare un’operazione chirurgica che mi avrebbe potuto permettere di stare meglio e migliorare la qualità della mia vita.
Avevo 27 anni e quindi ben consapevole di ciò che stavo facendo, il 4 novembre 2015, mi allungano il tendine d’Achille della gamba sinistra.
Questo avvenimento per me è considerato lo spartiacque tra la Silvia di prima e la Silvia dopo l’operazione.
Fra pochi mesi saranno 4 anni che la mia vita è ricominciata.
Sono nata due volte!!!!! Non è da tutti!
Sono orgogliosissima della scelta fatta e la rifarei altre cento volte!
Ho fatto mesi di riabilitazione, di fatica, e grandissimi dolori, fondamentalmente non riconoscevo più il mio corpo, quasi tutto mi faceva male: muscoli delle gambe, della schiena, l’addome, la respirazione.  Però con tenacia sono andata avanti per la mia strada, perché io potevo e dovevo stare meglio.
Ho una sola vita a disposizione e la voglio vivere al meglio. 
Come hai fatto a trovare la forza di volontà di non mollare mai?
Questa è una bellissima domanda e ad istinto ti rispondo: non avevo alternative, l’alternativa era soccombere, era lasciarsi abbattere, lasciar vincere il dolore fisico, la frustrazione di non riuscire a capire cosa stesse succedendo, del perché, ad esempio, la cicatrice creasse delle aderenze che mi facevano piangere da quanto erano dolorose, dal non riuscire a stare in piedi più di un tot di tempo perché non sentivo più la schiena e dopo un po anche le gambe.
Quindi la forza era dentro di me e l’ho tirata fuori.
Io sono una donna forte, una donna che combatte per raggiungere un obiettivo, che ha voglia di vivere, di ridere, di stare bene, di apprezzare tutto quello che ha, di ringraziare per tutto quello che ha perché è tanto.
Ho tre Amiche con A maiuscola che sono la mia seconda famiglia, su di loro posso sempre contare e loro viceversa su di me.
Ho una famiglia un po’ bizzarra ma è la mia e so che ci saranno sempre per me.
Poi hai deciso di venire in palestra. Cosa ti ha spinto a prendere questa scelta? 
La decisione di cercare una palestra è nata dal fatto che, dopo tanti anni di acquagym e nuoto libero, quello che stavo facendo non mi soddisfaceva più.
Tornavo a casa e non ero completamente “scarica”, poiché l’attività fisica ha avuto sempre la funzione di sfogare la stanchezza di tutta la giornata, questo non stava più accadendo, Oltre a non darmi più un risultato a livello di tonicità e miglioramento fisico, se vogliamo dire, anche estetico.
Sapendo quindi, che il lavoro fatto in palestra è ben diverso rispetto a quello fatto in una piscina;
(Non sei in assenza di peso, e quindi in assenza di carico sulle articolazioni come quando si fa l’acquagym, ma ci vuole particolare attenzione) ho deciso di chiedere, tra le mie conoscenze se avessero dei nomi da consigliarmi su delle palestre.
Una di queste mi ha parlato con molta positività del Gymnasium , quindi ho cercato il sito, ho studiato un po’ quello che c’era scritto.
Mi ha colpita immediatamente il centro medico annesso alla palestra con delle figure professionali molto competenti, altamente professionali, quali
il fisioterapista,
il chinesiologo,
il massofisioterapista,
il nutrizionista,
il fisiatra,
e altre figure che possono essere di aiuto in un percorso sia riabilitativo sia di normale sostegno nell’attività fisica.
Decido quindi di prendere un appuntamento con una ragazza al desk per poter avere maggiori informazioni e quindi capire se mi era possibile o meno pensare seriamente di andare in palestra.
 
 
È stata una scelta facile? Quali erano le paure e i dubbi da intraprendere in questo percorso? 
Dire che è stata una scelta facile sarebbe una bugia, avevo mille dubbi e mille paure.
Mi spiego meglio:
nella mia testa l’immagine della palestra era uno scantinato buio, teatro, con dei “maschioni” super muscolosi che si allenano tutti i giorni a tutte le ore, con espressioni quasi cattive, da non poter assolutamente disturbare altrimenti ti lanciano un peso e ti spezzano i due.
Delle serie: forse è il caso di non farlo arrabbiare quello lì eh..
Un ambiente esclusivamente maschile, con ragazzi solo super palestrati e super muscolosi.
Va da sé che entrare in un ambiente del genere, (che era così solo nella mia testa) all’inizio mi ha dato molta ansia, molta preoccupazione sul giudizio che avrebbero avuto gli altri su di me, ma io sempre molto decisa e determinata ho voluto provare e mettermi alla prova.
Anzitutto l’ambiente è illuminato,
Ci sono uomini, donne, ragazzi e ragazze,
le ragazze in entrata sempre sorridenti, disponibili e capaci,
Voi istruttori sempre con il sorriso, pronti alla battuta ma un occhio attento e vigile sulle persone in sala, per correggerle nel caso facciano un esercizio nel modo sbagliato oppure per complimentarvi se lo fanno bene.
E sorpresa delle sorprese non ci sono solo i famosi pesi!!!!!!!!!!
Bensì tantissimi macchinari, ad esempio ci sono due tipologie di cyclette,
il tapis roulant, la spalliera, il top, (detto da me bicicletta per le braccia 😉😉).
Cubi di diverse altezze per fare un miliardo di esercizi diversi.
Palla con l’acqua di diverso colore in base al peso, palle mediche,
Pesi, pesetti, pesetti con le maniglie,
Il famoso step, che può sembrare un oggetto tanto innocuo ma nelle tue mani si trasforma, a volte, in una montagna da scalare per quanto mi riguarda, e io sono ben felice di farlo e soprattutto adoro i circuiti con gli step!!!!!!
Cos’altro c’è.. Ah sì, il macchinario che imita la scala mobile, il macchinario per tonificare interni ed esterni cosce, per tonificare le braccia, e, posso dire il mio preferito, Il macchinario per allungare tutta la catena posteriore!
Dopo esserti allungata lì hai la netta sensazione di essere più lunga, meglio dire più allungata, quasi più malleabile e anche più alta (non che a me serva ahahahah 😜😜😜😜😜)
Cos’è la cosa che più ti ha colpito della palestra? Ti aspettavi qualcosa di diverso?
Di questa palestra mi ha positivamente colpita l’ottima preparazione che ha ciascun personal trainer:
Avete tutti una conoscenza del corpo che va al di là del semplice scheletro con dei muscoli, dei tendini, delle articolazioni e dei legamenti,
c’è una conoscenza approfondita e specifica.
E mi vengono i brividi al pensiero che si possano dare autorizzazioni di essere in grado di lavorare sul benessere del corpo altrui seguendo un semplice corso di un fine settimana.
Badate bene, la mia non vuole essere una polemica sterile, bensì uno spunto di riflessione sul fatto che quando chiediamo un aiuto per far star meglio il nostro fisico, e di conseguenza noi stessi, ci si deve informare in maniera accurata e precisa, chiedendo che tipo di formazione si è seguita per arrivare a fare il personal trainer.
E non affidarsi solo, alle belle parole e alle belle facce!
Un altro aspetto che mi ha molto colpita è che, credo tutti voi, state approfondendo questo studio con un altro più specifico, ad esempio tu ti stai specializzando per diventare osteopata,
un altro per diventare fisioterapista, un altro ancora sta studiando per diventare massofisioterapista.
Questo mi fa pensare che si ha voglia di crescere a livello personale, di migliorarsi, si ha la volontà, il piacere di seguire le persone nel loro percorso di fitness e, in fondo (neanche tanto in fondo se ci pensate bene) di crescita che si fa insieme.
Un altro aspetto, per il quale io vi stimo, è la preparazione che si fa inizialmente.
Prima degli allenamenti insieme, ci sono stati un paio di incontri dove hai voluto sapere tutto di me, ti sei studiato la mia cartella clinica praticamente, hai voluto sapere il motivo che mi aveva spinto a prendere questa decisione, a tuffarmi letteralmente in questo nuovo percorso.
Non hai detto semplicemente:
“si ok ti posso seguire e tonifichiamo le braccia, il resto come viene viene”
no no signori miei, ci sono state domande specifiche e del tempo dedicato all’ascolto della persona che avevi davanti.
Questo pone al centro il benessere della persona e il suo poter migliorare, il suo provarci e starle accanto passo dopo passo.
Come stai adesso? L’attività fisica ti sta aiutando nella tua vita quotidiana? 
Dopo circa 10 mesi dall’inizio di questa nuova avventura, posso affermare con assoluta meraviglia che le attività della mia vita quotidiana sono nettamente migliorate, ho più forza nei muscoli, ho più energia.
E non mi stanco MAI di venire a fare gli allenamenti, anzi, il più delle volte mi stupisco sia già finita l’ora.
Vi porto degli esempi molto pratici:
con il braccio sinistro sono riuscita a scolare il pentolino dove mi cucino la pastasciutta.
Una sera, a cena da un’amica, senza rendermene conto, ho bevuto un bicchiere d’acqua usando il braccio sinistro e non sempre il destro.
Sono più sicura nel camminare, nel fare lo scalino del marciapiede che ho al lavoro, sia in salita, sia nella discesa, sia quando sono carica di borse, sia quando ho solo me stessa.
Ho meno paura del vuoto, piano piano riesco anche ad attraversare una strada.
Ho più fiato nel fare la spesa (penserete, ma questa è scema?! Niente affatto! Calibrando meglio il peso su entrambe le gambe, si ha più stabilità quindi ci si appoggia meno al manubrio del carrello che si può lasciare a metà corsia e tornare a riempirlo con i prodotti da comprare).
Un altro esempio che vi potrà sembrare bizzarro è riuscire a lavarsi in doccia usando anche il braccio sinistro!!!!!!!
Uno dei miglioramenti più eclatanti è stato avere maggiore stabilità e sicurezza nel farmi la doccia nello spogliatoio della palestra (non ci sono appigli o appoggi, sei da sola con il soffione della doccia).
La maggiore stabilità nello stare in piedi (dando il peso su entrambe le gambe e non sempre e solo sulla destra, scordandosi di avere la gamba sinistra) davanti allo specchio ad asciugarsi i capelli.
Maggiore percezione del proprio corpo, con la conseguente consapevolezza che, anche io, ho dei muscoli che non pensavo di avere, che posso fare il medesimo movimento fatto per anni, (banale come lavarsi) usando i muscoli corretti e non andare sempre in compensazione con altri che si ci sono, ma servono nel fare altri movimenti.
Hai dimostrato di non porti limiti e di avere una forza di volontà fuori dal comune. Che obiettivi hai per il futuro?
I miei obiettivi sono da qui all’infinito.
Non mi pongo limiti, se l’avessi fatto non avrei fatto un centesimo delle cose che ho fatto fin’ora, so di essere appena all’inizio della mia nuova vita, in fin dei conti, ho re imparato a camminare da adulta, ho rotto molti schemi sia motori che mentali.
L’evoluzione che ho fatto, guardandomi indietro, è a dir poco strabiliante, ne sono molto fiera e orgogliosa.
Sono felice che esistano persone che amino il proprio lavoro come lo ami tu, perché lo trasmetti agli altri;
In fondo sto iniziando a volermi bene veramente ora, sto facendo dei passi da gigante, sia nel fare una semplice scala, sia nel saper essere coerente e dire dei no anche quando sarebbe più facile non farlo, e di conseguenza fermarsi, adagiarsi nella propria zona di comfort e non staccarsi e alzarsi mai.
E invece ho imparato che bisogna cambiare sedia, bisogna aprire la finestra, bisogna dare aria al cervello, alle nostre idee, alle nostre passioni.
Il mio futuro sarà raggiante, pieno di soddisfazioni, di amicizie, di amore, di famiglia, di traguardi raggiunti, di battaglie vinte, di pace con me stessa e con il mondo.
Nel frattempo, andiamo ad allenarci?!? 🙂🙂🙂🙂🙂🙂

E non pensate che sia finita qua: il meglio deve ancora venire!