“Hai male? – Non andare in palestra”

Preparatevi, oggi sono in vena di polemiche.

Avevo già fatto un articolo simile qualche mese fa, ma in quest’ultima settimana si sono verificati diversi episodi che mi hanno portato a trattare questo argomento.

Episodio 1:
Ragazzo che va dal fisioterapista per dolori alla schiena in zona dorsale. Lui le chiede se può andare in palestra e lei: “no, è meglio che eviti così non vai a sollecitarla”

Episodio 2:
Ragazza in sovrappeso che da poco ha iniziato un percorso col nutrizionista. Lamenta anche qualche fastidio alla schiena (probabilmente dovuto anche ai Kg di troppo), e chiede al medico se può iscriversi in palestra per facilitare il percorso di dimagrimento. Risposta: “no, meglio evitare di fare movimenti sbagliati. Piuttosto fai nuoto

Episodio 3:
Ragazzo che viene a chiedere informazioni per iscriversi in palestra, con un’ernia ombelicale. Il medico gli ha sconsigliato palestra ma gli ha detto che può correre o pedalare.

Non voglio lanciare un messaggio sbagliato, non ce l’ho assolutamente con nessun medico o fisioterapista. Quello che voglio far capire è che le palestre anni ‘80 in cui si solleva soltanto la ghisa non esistono più. La palestra è un luogo in cui si cura la propria salute prima che il proprio aspetto estetico. Non lo dico io, ci sono studi eseguiti dall’organizzazione mondiale della Sanità che sostengono questo: l’attività fisica è la prima forma di prevenzione da molte malattie. E spesso, tra le cause di diverse patologie si legge “vita sedentaria”.

 

“Ok, ma se ho male ha senso che venga in palestra?”

Assolutamente sì.

In una palestra dovreste (purtroppo uso il condizionale perché si può trovare di tutto) interfacciarvi con professionisti del movimento, che conoscono la biomeccanica muscolare e articolare, e che possano prepararvi schede di allenamento sulla base dei vostri problemi. Avete una compressione discale? Si eviteranno esercizi di carico sulla colonna ma si faciliteranno quelli di distrazione e allungamento.
Avete male alla schiena a causa del sovrappeso? Nuoto può far bene ma non è la soluzione. Probabilmente il corpo è in continua tensione anteriore a causa dell’addome prominente, e questo provoca contratture della muscolatura lombare. Perdere qualche kg, in abbinata ad esercizi di allungamento della catena posteriore, può portarvi dei benefici.
Avete un’ernia ombelicale? Di sicuro correre non è la cosa migliore da fare visto che non siete maratoneti e il movimento, dopo 1 ora di corsa, non sarà perfettamente controllato.

Io non pretendo che un medico, un fisioterapista, un osteopata o qualsiasi altra figura sanitaria ne sappia di attività fisica, ma pretendo che prendano più seriamente l’allenamento e le figure professionali che lo trattano. Sono dell’idea che è facile prescrivere il riposo ad una persona, ma non va bene. In molti casi il paziente starebbe meglio o guarirebbe più in fretta con un’attività fisica mirata.

Collaborazione, ecco cosa serve. Non pretendo che sappiate fare una scheda di allenamento, ma che vi affidiate ad un professionista del movimento, gli spieghiate il caso clinico, e vi fidiate. Se si rivolge a me un cliente con una spalla disastrata, lo faccio parlare col fisioterapista o col chinesiologo prima di preparargli l’allenamento. Se un ragazzo mi chiede una dieta non gliela faccio. Ho fatto anch’io, come tanti personal trainer tuttologhi, corsi sulla nutrizione, ma perché devo fare la dieta quando ci sono nutrizionisti, dietisti, dietologi e biologi che fanno diete? Io posso dare consigli alimentari o di integrazione, ma non trovo corretto fare diete solo perché ho fatto dei corsi, quando ci sono dei professionisti che hanno fatto un percorso di laurea in questa materia.

Collaboro con nutrizionisti, fisioterapisti, chinesiologi, ortopedici, fisiatri, ma non faccio il tuttologo.

Ho la fortuna di lavorare in una struttura con un centro medico integrato e questo mi facilita, ma in ogni caso non cercherei di fare tutto da solo. Chi, come me, lavora con la salute delle persone, deve pensare prima di tutto al bene di chi si trova davanti, anche se questo comporta perdere dei soldi. È ovvio che se tengo il paziente a riposo 2 mesi e gli faccio 20 tecar guarirà, ma non è giusto. Probabilmente sarebbe guarito in molto meno tempo se ci avesse abbinato una ginnastica rieducativa, e di tecar ne avrebbe fatte 10 e non 20.

Collaborazione, è questo che chiedo. Chiedo che chi svolge il mio lavoro, chi lo fa con passione, si faccia sentire, si faccia rispettare. Mi piacerebbe che le figure sanitarie iniziassero a prenderci in considerazione e a consultarci se un paziente vuole allenarsi anche con delle problematiche.

E tranquilli, se le problematiche sono mentali conosco anche qualche bravo psicologo.

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