Disturbi alimentari – intervista

“Basta mangiare che sei grassa!”
“Sei ingrassata?”
“Perché non ti metti a dieta?”
“Non ti vergogni a mangiare così tanto?”
“Com’è possibile che ti alleni col personal trainer ma non dimagrisci?”
“È tutto nella tua testa! Basterebbe mangiare meno e dimagriresti”

Non avete idea di quanto possano pesare queste parole. Di quanto possano rimbombare nella testa di una persona.

Potrebbero sembrare soltanto frasi un po’ sgarbate. Se sentite qualcuno che lo dice pensate semplicemente “che str***o”. In realtà possono essere  un colpo molto difficile da assorbire se a riceverle è una persona che soffre di disturbi alimentari.

Avete un’amica, un cliente, un figlio che ha qualche kg in più e non riesce a dimagrire? Va dal personal trainer e dalla nutrizionista ma la bilancia non scende?

Semplice, non ha voglia di impegnarsi.

Chi è che non la penserebbe così?

Ammetto che anni fa lo pensavo anch’io.

Poi ho capito che non è sempre così semplice. Ho imparato che non sappiamo nulla di chi abbiamo di fronte. Di quanto in realtà voglia dimagrire ma non ci riesce.
Non sappiamo cosa rappresenta il cibo per quella persona. Non sappiamo nulla di tutti i momenti difficili che ha dovuto affrontare. E in quei momenti, in cui si trovava da sola contro il mondo, l’unica ancora di salvezza era il cibo.
E credetemi, di persone che soffrono di disturbi alimentari, o che hanno un rapporto difficile col cibo, ce ne sono un sacco. Più di quanto crediate.

Per questo motivo oggi voglio riportare una testimonianza.
A parlare è una ragazza che alleno da qualche anno. Ha sofferto di disturbi alimentari, era spesso triste, insicura, arrabbiata. Ha passato momenti molto difficili, ma avuto la forza e il coraggio di affrontarli.
Ora, grazie ad un percorso bellissimo, in cui è stata affiancata da personal trainer, nutrizionista e psicologa, sta molto meglio. Lo si vede dal sorriso che ha stampato in bocca quando ci vediamo.

Perché questa testimonianza?
Per due motivi:

  1. Chi soffre di disturbi alimentari spesso non ne parla, si vergogna. Pensa di essere sbagliato e si chiude in se stesso. Invece non è così. Bisogna avere la forza di parlarne con qualcuno e di farsi aiutare. Leggere la storia di chi è riuscito a farlo spero possa essere di aiuto
  2. Mi piacerebbe sensibilizzare tutti su questo argomento delicato. State attenti a come parlate alle persone. Una battuta fuori luogo può fare male, molto male. Sappiate che anche i vostri cari potrebbero trovarsi in questa situazione, ma non hanno il coraggio di parlarvene.

Direi che io ho parlato abbastanza. Lascio la parola a questa testimonianza.
Spero vi sia di aiuto.

Quando ti sei accorta di avere disturbi alimentari? Come l’hai affrontato inizialmente?

Mi sono accorta di avere un disturbo alimentare più o meno in terza superiore.
Ero reduce da un periodo di dieta molto rigida e restrittiva. Inizialmente pensavo fosse semplicemente la necessità di mangiare tutto quello di cui mi ero privata per tanto tempo, soprattutto i carboidrati.
Però poi le cose presero una piega diversa, iniziarono le prime abbuffate e piano piano persi il controllo. Il problema è che più andavo avanti e più questi episodi si ripresentavano.
Avevo paura a parlare con le persone di questa situazione perché temevo di non essere compresa e dunque cercai di affrontare il problema da sola.
Nel 2020 decisi di iscrivermi in palestra per cercare di sistemare le cose ma fu tutto inutile. Nel 2021 infatti, il ”mostro” che ho sempre cercato di nascondere si è ripresentato più forte che mai.

Tante ragazze si trovano a vivere situazioni simili a quella che hai vissuto tu ma non riescono ad aprirsi e a chiedere aiuto. Secondo te perché?

Perché in primis lo si nasconde a se stessi. Quando si ammette di avere questo problema e lo si accetta si è già ad un quarto del percorso. È difficile chiedere aiuto perché la maggior parte delle volte non si è compresi fino in fondo dalle persone che ti circondano e fa paura affrontare questa cosa, significa mettere in discussione molti aspetti della propria vita.

Hai avuto anche tu difficoltà ad ammettere di avere un disturbo alimentare? Sei riuscita a parlarne da subito con chi ti sta vicino?

Si, ho avuto anch’io difficoltà all’inizio.
Io mi ricordo che la prima volta che dissi alla mia famiglia che avevo queste abbuffate e che non riuscivo a controllarmi, mi dissero che i miei erano dei capricci, che basta trattenersi. Non sapevano che con queste parole scatenavano in me un vortice di insicurezza.
Nell’estate del 2021, dopo aver affrontato un periodo di forte depressione che mi segnò molto, iniziai un percorso terapeutico con una psicologa.
La prima volta però che mi sono sentita veramente compresa è stata quando ho parlato con i miei personal trainer, dicendogli che volevo iniziare un percorso per affrontare questa cosa, perché davvero avevo toccato il fondo ed era ora di riprendere in mano la mia vita.

Ora stai facendo un percorso bellissimo e stai molto meglio di quando ci siamo conosciuti. Cos’ hai fatto per arrivare a stare così bene?

Ho perso molti anni a cercare di sistemare tutto questo da sola, non rendendomi conto che la soluzione migliore era chiedere aiuto e affidarsi a dei professionisti.
Adesso sono a metà del percorso e la strada è ancora molto lunga.
Ora come ora non ho più le abbuffate che avevo un anno fa, ho le basi per riconoscere i miei stati d’animo e gli strumenti per poter gestire il più possibile la situazione.

Ci sono stati dei momenti in cui pensavi che sarebbe stato impossibile raggiungere la serenità che hai oggi?

Certo, ero molto titubante in tutto, credevo che non sarei mai riuscita a trovare la giusta stabilità, a non avere il pallino fisso del cibo inchiodato nella testa.
Ancora oggi, ho molta paura di ritornare al punto 0, di dover ricominciare tutto dall’inizio.

L’attività fisica che ruolo ha avuto in questo?

All’inizio ossessivo. Era una cosa non sana, il mio obiettivo era quello di perdere kg  subito. Era anche una compensazione: mi ricordo che andavo in palestra subito dopo aver avuto delle abbuffate e molte volte stavo male.
Ora invece vado per il piacere di allenarmi, per spronarmi a migliorare. E se per questioni di tempo faccio un allenamento in meno non mi sento più in colpa e non riduco il cibo perché non ho bruciato.

Che consiglio ti senti di dare alle ragazze che stanno vivendo la tua stessa situazione?

Di parlarne con le persone più care e, soprattutto, di affidarsi a dei professionisti: psicologi specializzati in disturbi alimentari, personal trainer, nutrizionisti e di scegliere insieme il percorso più adatto alla persona.
Se si è delle persone più timide ci sono anche dei percorsi online davvero validi idealizzati apposta e seguiti da persone competenti, che potrebbero essere un piccolo passo per iniziare.
Ultimo consiglio, di parlare di questa problematica perché l’informazione è davvero importante.